A proposito di quanto detto qui, dell’analisi del voto e delle grandi verità sull’universo che ci circonda, questa mi pare un’altra analisi assai condivisibile. Poi giuro che la smetto (e torno a parlare di cose serie).

Per questo una lezione da trarre è che per intercettare i voti dei cosiddetti ceti moderati non bisogna diventare un partito moderato; piuttosto un partito radicato, di popolo, dinamico, con un’anima e un messaggio forti. [leggi tutto]

3 Comments

  • Io penso che molti voti della Lega siano sta drenati dai comunisti nepalesi, che a loro volta ne hanno persi nei confronti dei menscevichi.

    E sono anche certo che Veltroni non sia riuscito a sfondare tra i ceti che tradizionalmente votavano il partito verde dell’Ippodromo di Costantinopoli.

    (BTW, è la prima lettura non disfattista che linki, mi rallegro)

  • Ippodromo di Costantinopoli è un punto chiave.

    Il solito borbottone, non è colpa mia se l’umore è quel che è. Quando verrà eletto alemanno, ne riparliamo :P


  • Come non condividere. Andrea (mai quel maneggione di D’Alema) al posto di Veltroni e vai.

    Rispetto alla sinistra arcobalenica c’è da dire che “Gli operai hanno votato la Lega perché questa è un partito vero: fa politica e ha contatti continui col suo popolo, anzi ha fondato un suo popolo, come negli anni Cinquanta e Sessanta fece il Pci.

    Quanto al Partito democratico … un radicamento potenzialmente forte il Pd lo avrebbe, ma non lo ha attivato né sostenuto. A questo radicamento manca poi quel pride leghista, quell’orgoglio che fa certi delle proprie posizioni e che fonda popoli, comunità e appartenenze.

    Veltroni ha impostato una nuova narrazione, ma l’impressione è che manchi qualcosa. Il risultato è una certa leggerezza del messaggio (“non ha la forza della fame” avrebbe detto Brecht) che si scontra con le ruvidità leghiste o con il pragmatismo paternalista di Berlusconi.

    Per questo una lezione da trarre è che per intercettare i voti dei cosiddetti ceti moderati non bisogna diventare un partito moderato; piuttosto un partito radicato, di popolo, dinamico, con un’anima e un messaggio forti”.

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