Prologo: Quando anni fa mi sono imbattuta in lui era candidato alle elezioni provinciali e sul suo blog alternava post in cui raccontava la sua campagna elettorale a post sulla serie Buffy L’ammazzavampiri. A ripensarci adesso sembra quasi un secolo fa: i blog erano nati da poco, lui faceva l’archeologo, la sottoscritta era molto fuori corso, entrambi passavamo il tempo a parlare della nostra ossessione televisiva: West Wing.

Il giorno in cui mi ha accennato alla collaborazione con la tv ero nel suo ufficio, alla fine di una delle solite riunioni in cui mi dice di fare cose tecnicamente impossibili e io gli sbrodolo 30 motivi per cui sono tecnicamente impossibili e lui risponde che tanto bisogna farle lo stesso e alla fine io mi rassegno e dico: "Va bene, per quando?", e lui risponde: "Domani".
Insomma, ero già abbastanza provata e stavo quasi per andarmene quando se ne è uscito con questa storia della tv. Io l’ho guardato allibita, poi ho cominciato a ridere. "Sono serio", ha detto. "Tanto non ci credo neanche se lo vedo", ho detto io. Lui ha risposto: "Vedrai". Allora ho smesso di ridere.

Il fatto è che le sartine della Fondazione sono ferratissime nell’arte dell’imprevisto e dell’imprevedibile. Tante sono le crisi improvvise, le idee da realizzare subito, le emergenze che vanno, quelle che vengono, che ormai siamo maestre dell’isterica impertubabilità (nel senso che siamo tutte isteriche ma al tempo stesso imperturbabili, il che mi rendo conto possa apparire un controsenso, ma abbiate pazienza: se non siete capaci non è colpa nostra). Dunque, malgrado le riunioni si susseguissero una dopo l’altra, magrado il fermento fosse evidente sotto i nostri occhi, abbiamo continuato tranquille a fare finta di niente, simulando persino indifferenza a ogni passaggio di Andrea Pezzi.

Perlomeno fino a giovedì scorso, quando il direttore Caprara e molti dei volti del nuovo palinsesto si sono ritrovati tutti assieme, nella nostra sala riunioni. E’ allora che io e la dirimpettaia abbiamo deciso che era venuto il momento di affrontare la cruda realtà. Ci siamo alzate dai nostri posti e abbiamo percorso di soppiatto il corridoio per sbirciare dalla porta posteriore.
Quasi tutta RED era presente, assieme a un pezzo della Fondazione.
All’improvviso tutto è sembrato reale.

Lui, invece, era seduto fuori, come se niente fosse. Io l’ho guardato. Lui ha detto: "Sembra tutto vero, eh?". Sembrava tutto vero.
Martedì sera, mentre il mondo aspetterà i risultati delle elezioni americane (e anche noi, ovviamente), lo schermo rosso di RED comincerà a trasmettere. E per un istante ci sentiremo ancora giovani e incoscienti.

4 Comments

  • >mi dice di fare cose tecnicamente impossibili e io gli sbrodolo 30 motivi per cui sono tecnicamente impossibili e lui risponde che tanto bisogna farle lo stesso e alla fine io mi rassegno e dico: “Va bene, per quando?”, e lui risponde: “Domani”.

    vabbè, però non è obbligatorio parlare anche come in un copione di Sorkin…

  • > Tante sono le crisi improvvise, le idee da realizzare subito, le emergenze che vanno, quelle che vengono

    Chessò, la NIUZLETTER. (che adesso funziona come un orologio svizzero :))

    [Chetti]

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