Domani sarà una giornata importante, per l’America e per il mondo intero (no, non mi riferisco solo a questo). Lo so io, lo sapete voi. Ci siamo capiti. Per questo vi esorto tutti a non farvi trascinare dall’entusiasmo prima del tempo. E il tempo, per quanto mi riguarda, arriverà solo quando tutti colorini saranno al posto giusto. Ne abbiamo già vissute a sufficienza di elezioni al cardiopalma. Io, francamente, ho già dato. Non so voi. E agli impavidi trasgressori non posso che ricordare quel che il nostro uomo di riferimento alla Casa Bianca ci ha insegnato sul destino cinico e baro e quello che la sottoscritta scrisse in proposito (allora il conteggio beffardo era un altro, ma la lezione rimane sempre la stessa).
Toby: “These things take patience. These things take skill. These things take luck. In the 15 months we’ve been in office, what kind of luck have we had, Ginger?”
Ginger: “Bad luck”
Toby: “What kind of luck?”
Ginger:“Very bad luck”.
Io ho deciso, il mulo sta eseguendo: da domani, giorno delle elezioni americane, mi riguardo tutto The West Wing. Tutto. Dalla prima puntata.
invidia.
Suvvia. Chi non ha 42 minuti da rubare al sonno?
“He’s not my friend, he’s my boss. And Potus isn’t his name, is his title.”
“president of the united state”. sigla.
aaaah, che nostalgia.